gioielli vintage

Collezionare gioielli è un mondo decisamente vasto. La collezione di gioielli vintage, rappresenta un importante fetta del collezionismo di gioielli.

Per gioielli vintage intendiamo un certo tipo di gioielleria che rientra in una particolare epoca ed è oggi oggetto d’interesse per i collezionisti e qualche antiquario perché presenta determinate caratteristiche.

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Fattori da considerare nella collezione di gioielli vintage

Un collezionista nello scegliere un gioiello vintage tiene in considerazione diversi fattori, tra cui i più rilevanti sono: epoca, autenticità e marchio.

Epoca

Il primo passo da fare nello scegliere un modello vintage è stabilirne l’epoca ed essere in grado dunque di riconoscere il valore in base all’età del gioiello. Il gioiello vintage è un gioiello che è stato prodotto in un’epoca collocata tra gli anni 20 e gli anni 80 del XX secolo.

Autenticità

L’altra importante determinante è riconoscere un gioiello vintage da uno realizzato in un determinato stile come falso antico. Negli ultimi anni, ad esempio, è tornata la moda di riscoprire gioielli ispirati al passato, sono tanti i gioielli realizzati di recenti che riecheggiano gioielli di un tempo e che quindi possono essere scambiati come vintage, ma si tratta in realtà di riproduzioni o falsi vintage.

Marchio

Naturalmente il valore di uno gioiello vintage aumenta quando questo gioiello presenta un marchio importante e quindi si dice firmato.

Con l’avvento delle grandi Maison di gioielli come ad esempio Cartier, Bvlgari, Tiffany and Co, il gioiello vintage si arricchisce anche di un marchio.

Differenza tra gioiello antico e gioiello vintage

Molto spesso si fa confusione tra un gioiello vintage e un gioiello antico.

In realtà, riferendoci ad un gioiello antico, ci riferiamo ad un gioiello che ha un bel po’ di anni, un gioiello ad esempio della nonna, che può avere anche più di cento anni.

Se ci riferiamo ad un gioiello vintage, invece, ci riferiamo ad un gioiello che invece è stato esclusivamente prodotto in una determinata epoca che va dagli anni 20 agli anni 80 del 1900.

Gioielli vintage: le diverse epoche

Anni 20

I gioielli degli anni 20, sono gioielli ispirati dal desiderio di ribellione artistica e di rinascita con la ripresa dell’economia dopo il primo conflitto bellico mondiale.

Uno stile unico e ricercato caratterizzato da forme classiche e simmetriche: nasce l’Art Déco.

I gioielli Art Déco subiscono influenze da tutto il mondo con esplosioni di forme e colori.

La scoperta della tomba di Tutankhamon, ebbe un grande impatto nella realizzazione dei gioielli, tanto da tramutarsi in un fenomeno chiamato “egittomania”, ed essere fonte d’ispirazione per diverse Maison di gioielli come Cartier, Boucheron, Van Cleef & Arpels.

In questo periodo nasce lo stile pavé, l’unione di diversi diamanti che creano una superficie scintillante e pavimentata. L’evoluzione della tecnologia del taglio del diamante permette di aprirsi a nuove opportunità. Per le pietre preziose, è molto utilizzato il taglio chabon.

Oltre all’abbinamento di onice e diamanti bianchi o cristalli, si diffonde un’esplosione di colore grazie alle pietre preziose come zaffiri, smeraldi, lapislazzuli che vengono utilizzati anche in combinazione tra loro e abbinati ai diamanti e al platino.

Lo stile Chanel diffonde l’utilizzo delle lunghe collane di perle che rappresentano un’icona degli anni 20.Una collana molto popolare era la Sautoir, formata da perle e lunga circa 90 cm, a volte arricchita con un ciondolo.

Gli anni 20 sono famosi anche per il girocollo o la collana choker, realizzata con pietre o perle.

Gli orecchini lunghi, come ad esempio quelli a goccia, gli orecchini con diamanti, gli orecchini con pietre come giada, corallo, onice e agata.

Molto utilizzato l’argento ed anche il platino, mentre l’oro giallo era considerato fuori moda ad eccezione per i gioielli in stile egiziano dove l’oro era immancabile.

I bracciali sono larghi e pesanti con innumerevoli diamanti, non mancano inoltre bracciali etnici con immagini di cobra, scarabei e sfingi.

L’anello cocktail si diffonde con il proibizionismo americano e diventa il simbolo della trasgressione, un’esplosione di colori e di pietre preziose che le donne sfoggiavano nell’ordinare i propri drink in feste illegali.

Un altro gioiello iconico è rappresentato dalle spille appuntate su giacche, fianchi e cappelli.

Anni 30

Con gli anni 30 imperversa la crisi economica , il mercato azionario crollò e con esso anche molti marchi famosi. Tuttavia non si rinunciò allo sfoggio del lusso anche con gioielli imitazione.

Le clip diventarono uno degli accessori più famosi degli anni 30, in particolare la doppia clip, creata in Francia e poi portata negli Stati Uniti, che diventò una vera e propria icona di stile.

Cartier e Bouchier utilizzarono pietre preziose come zaffiri e smeraldi per creare i cosiddetti “Cesti tutti Frutti”.

A partire dagli anni 30, tornano le linee sinuose, i cerchi e le asimmetrie.

Ancora i fiocchi, i nodi e i drappeggi la fanno da padrone.

Verso la fine degli anni 30, la tendenza nell’utilizzo di platino ed oro bianco si inverte e ritorna l’utilizzo dell’oro giallo.

Numerosi giacimenti di pietre semi-preziose furono portati alla luce, per questo l’utilizzo di pietre quali: acquamarina, ametista, citrino fu largamente utilizzata.

La catena a serpente fu introdotta da Cartier e fu successivamente utilizzata per creare bracciali cinturini di orologi e collier.

Nel 1935, Van Cleef et Arpels, creò il “Ludo Hexagone“, un bracciale realizzato con placche a forma di alveare con diamanti o rubini incastonati, e chiusura con clip assortite.

Si diffonde il modello a “coda di topo” per la creazione di bracciali e collane, caratterizzati da maglie tondeggianti o rettangolari.

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Anni 40

Gli anni 40 vedono l’introduzione di svariati elementi patriottici nella creazione di gioielli come ad esempio simboli nativi ma anche di elementi femminili e naturalistici come fiori ed uccelli.

La guerra negli anni 40 condizionò in parte la produzione di gioielli.

L’oro giallo torna di moda in quanto il platino era praticamente irreperibile. Anche la scarsità di pietre preziose e la scoperta di giacimenti ricchi di pietre semi-preziose, influenzò la produzione di gioielli con l’utilizzo di pietre come l’acqua marina, l’ametista ma anche di pietre sintetiche.

I gioielli si presentano massicci con il sistema delle placche d’oro scavate all’interno.

Anche la maggior parte delle gemme utilizzate erano di grandi misure per adeguarsi alle proporzioni del gioiello.

Le collane che fino ad allora erano state lunghe vedono invece negli anni 40 una controtendenza con l’affermarsi di modelli corti, semplici girocolli a catena di serpente o a coda di topo, con al centro dei nodi, intrecci o motivi a forma di fiori.
Anche gli anelli si presentavano massicci e con grosse pietre preziose, e si rifanno al modello di anello maschile Chevaliére.

Gli orecchini in oro più diffusi erano quelli a clip, come ad esempio gli orecchini a bottone con ispirazione floreali.

Le clip e le spille ebbero enorme successo, soprattutto quelle realizzate con tema naturalistici oppure patriottici.

I bracciali prendevano ispirazione da ingranaggi, carri armati ed erano arricchiti da pietre preziose.

Gli orologi da polso sono a quadrante piccolo e spesso inclusi in braccialetti massicci in oro a maglia.

Con la guerra molti designers, si dedicano inoltre alla produzione della “falsi gioielleria” per la mancanza di materie prime, ricordiamo Coro, Oreste Pennino, Trifari, Eisenberg.

Anni 50

Negli anni 50, i gioielli furono influenzati dal fascino hollywoodiano e delle grandi attrici.

Motivi floreali, fiocchi di neve, foglie, ma anche il mondo animale, pesci ed uccelli esotici erano fonte d’ispirazione principale.

Le montature erano realizzate in oro giallo con utilizzo di pietre preziose e di diamanti.

Uno dei gioielli più amati dell’epoca era sicuramente il girocollo corto e il bracciale ad alveare ideato da Van Cleef et Arpels.

Negli anni 50 prende ancora più piede la tendenza sviluppatasi dopo la guerra della creazione dei falsi gioielli, realizzati con pietre semi-preziose e materiali meno pregiati dell’oro.

Gioielli come parure, spille, girocolli furono create nella versione di falsi gioielli, permettendo a tutti, soprattutto le donne, di poter sfoggiare la moda del momento.

Anni 60

Negli anni 60, si affermarono gli orecchini dalle forme geometriche non convenzionali.

L’accessorio più in voga era sicuramente rappresentato dalle perle australiane che comparivano in orecchini e collane. Molto popolari anche le perle sintetiche ed i materiali alternativi per permettere a tutti di essere alla moda.

Le collane erano realizzate con materiali naturali quali ambra e corallo.

L’uso dell’oro giallo resta prevalente, anche se ai diamanti si predilige abbinare l’oro bianco in mancanza del platino.

I gioielli riflettono anche lo stile hippy-etnico oppure lo stile boho del momento, con collane e pendenti di grandi dimensioni e realizzati con diversi tipi di forme, materiali e pietre.

Negli anni 60 anche l’Italia, comincia a competere sulla scena internazionale, con firme come Bvlgari, Cazzaniga, Petochi, Cusi, Faraone e Settepassi.

Anni 70

Negli anni 70 si affermano, grazie all’artista Andrew Grima, gioielli dal design astratto con cristalli di gemme allo stato grezzo incastonati in metallo prezioso sotto forma lavica.

Il Medio Oriente cominciò a dominare il mercato del gioiello, con lavorazioni sontuose e monotematiche in oro giallo.

Si assiste al ritorno dei gioielli fatti a mano ed etnici ed alla tendenza del layering di bracciali e collane con scelta di diversi stili.

Collane ed orecchini di perle restano molto popolari.

Diversi e molteplici i gioielli e gli stili che caratterizzarono gli anni 70: gli orecchini puset realizzati in oro bianco, giallo con diamanti oppure in argento con pietre semi-preziose, gioielli di bigiotteria, orecchini dalle forme svariate, come cerchio, quadrato, triangolo, realizzati in oro bianco o giallo, catenine lunghe 40-45 cm a cui veniva spesso abbinato un ciondolo, bracciali voluminosi e anelli cocktail con forme insolite e grosse pietre.

Non possono mancare le spille di grandi dimensioni con perle e pietre luminose, così come le forcine gioiello a forma di pettine da mettere nei capelli.

Anni 80

I gioielli degli anni 80 si presentavano vistosi con grossi orecchini, anelli e bracciali.

Cartier presenta il marchio “Must de Cartier” per l’interesse mostrato dai giapponesi per i gioielli occidentali a prezzo più contenuto e dal design riconoscibile.

Bvlgari imprime il proprio nome a lettere capitali sulla lunetta di un modello di orologio.

Si ebbe un graduale ritorno all’utilizzo di oro bianco e platino con abbinamento di gemme preziose colorate come zaffiri, topazi, spinelli e rubelliti e il diamante nei suoi vari colori blu,rosa, giallo per i clienti più facoltosi.

Imperversa la moda della plastica anche nella creazione dei gioielli di tutti i giorni, si utilizzano nuovi materiali come il titanio e la gomma anche in combinazione di gemme preziose.

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